sabato 17 marzo 2012

Non ho parole...

Ero enormemente felice di scrivere una sorta di recensione ma adesso che mi appresto a farlo mi accorgo che non ho parole. Non ho parole da aggiungere a quelle già contenute in "Colpo di scena".
Temo che le parole di un "estraneo" possano solo provocare delle sbavature a quei caratteri precisi che descrivono fatti precisi, finendo per immergermi poi in un goffo tentativo di fare un esame critico a ciò che non è un libro.
Si, questo non è un libro, questa è vita e le parole sono i suoi cromosomi, unici e inequivocabili.
Questa è una storia vera, nuda e cruda, raccontata in prima persona da chi a quei fatti ha assistito, ha partecipato e ne è stato logorato, sulla scena di un'Italietta fatta di squallidi moralismi e insensati pregiudizi.
Un fortissimo dualismo sorregge questa vita: l'amore incondizionato per la madre e la violenza irrazionale del padre che culminano nel "colpo di scena".
Cosicché la Giustizia, finora assente e omertosa, si scaglia contro Luigi, reo di aver protetto coloro che più ama, a costo di superare quel limite intangibile tanto osannato da giudici e scribacchini.
Questa storia ci giunge dal carcere mentre in tutti i Tribunali campeggia eternamente la scritta "La legge è uguale per tutti", che per alcuni suona come una mera utopia, mentre per altri risulta essere una vero e proprio scherno .
Luigi Celeste attende. Attende il giorno in cui potrà di nuovo gustare il sapore della libertà, lasciandosi alle spalle il boccone amaro della giustizia.

Dario

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